Le piazze e le strade di questa città immaginaria, lastricate di marmi, sono interamente circondate di sontuosi edifici: un portico con colonne tuscaniche al centro della composizione, l’ingresso di un grande tempio sulla destra, e poi un ampio arco e una serie variegata di altre costruzioni. Nell’ombroso primo piano fanno da quinta scenografica due grandi colonne e, sopra un alto piedistallo, una statua femminile panneggiata.
Pendant dell’altra Veduta, anche questa tela presenta gli elementi tipici dei paesaggi urbani di Lemaire: una linea ininterrotta di edifici che prosegue in lontananza e la costante citazione di monumenti realmente esistenti a Roma, come la spoglia facciata della chiesa di Santa Maria in Aracoeli, che si intravede sulla destra. I pochi personaggi che l’artista inserisce all’interno di questi pastiches architettonici sono per lo più raffigurati in pose scultoree, ispirate ad opere antiche. Ne è esempio le figura in piedi che affiora dal cono d’ombra del primo piano. La forma del suo corpo, sbilanciato per appoggiarsi a un blocco di marmo, è ripresa dal celebre Satiro in riposo ideato da Prassitele e noto attraverso numerose copie. I colti riferimenti di questa figura e, in generale, l’abbigliamento all’antica dei personaggi collegano la pittura del francese a quella del suo contemporaneo Poussin.
Jean Lemaire, Capriccio con prospettive architettoniche
Capriccio con prospettive architettoniche
Dipinto
XVII Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
Quarto decennio del XVII
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 74 x 98
Compilatore
Alessandro Zuccari