Jean-Baptiste Lallemand, Veduta ideata con l’Arco di Giano e San Giorgio al Velabro

Veduta ideata con l’Arco di Giano e San Giorgio al Velabro

Veduta ideata con l’Arco di Giano e San Giorgio al Velabro

Sotto un cielo luminoso, appena oscurato da qualche nuvola, sono disposti edifici e ruderi romani, alcuni dei quali sono facilmente riconoscibili: sullo sfondo compare la chiesa di San Giorgio al Velabro con l’elevato campanile e il contiguo Arco degli Argentari, mentre sulla sinistra emerge la mole dell’Arco di Giano, parzialmente nascosta da un edificio adibito a stenditoio o manifattura. A quest’ultimo sono addossati degli archi che ricordano quelli del Clivo di Scauro sul Celio, addossati alla basilica dei Santi Giovanni e Paolo. L’arco in primo piano, da cui esce un corso d’acqua, è ispirato allo sbocco sul Tevere della Cloaca Maxima.
Questa veduta di fantasia, composta da elementi dal vero e da creazioni immaginarie, ripropone l’ambiente, la vegetazione e l’abbigliamento popolare di Roma e dell’agro laziale, che l’artista osservò durante il suo lungo soggiorno capitolino. Autore di numerosi disegni che riproducevano edifici e paesaggi romani, Lallemand eseguì probabilmente quest’opera subito dopo il suo rientro a Parigi, nel momento in cui fu in grado di diffondere anche sul mercato francese la passione per questo genere di paesaggio arcadico. I modelli più cari all’artista di Digione furono le opere di Andrea Locatelli, Hendrik Frans van Lint e Jan Frans van Bloemen.

Cronologia

Settimo decennio del XVIII secolo

Materia e tecnica

Olio su tela

Misure

cm 68 x 72

Compilatore

Alessandro Zuccari

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