Al centro di in un vasto paesaggio, che occupa la gran parte del dipinto, si staglia l’imponente figura di san Cristoforo, vestito da pellegrino, che attraversa il fiume recando sulle spalle il Bambino Gesù. Pur rifacendosi a un’iconografia già nota, il pittore conferisce particolare rilievo a un elemento spesso trascurato, la capanna del santo, rappresentandolo con cura nella porzione di sinistra della tavola. Secondo Jacopo da Varagine, infatti, Cristoforo costruì un’umile abitazione sulla sponda del fiume, dopo che un eremita, convertitolo al cristianesimo, gli suggerì di traghettare i passanti per incontrare “il più grande re” che egli cercava.
Il dipinto, databile attorno al 1520, costituisce una replica autografa della tavola di Jan Mostaert conservata al Museo Mayer van den Bergh di Anversa. Va tuttavia notato che la versione di Palazzo Koch è quasi integra, a differenza di quella anversese, che è decurtata su due lati. In linea con la migliore tradizione fiamminga, l’artista di Haarlem rivela una particolare attenzione per i dettagli e la realistica resa dei materiali. Lo si nota negli arredi della capanna, che costituiscono un vero e proprio brano di natura morta. Al tempo stesso, egli mostra un vivo interesse per il paesaggio che descrive, nei suoi disparati elementi, con grande perizia.
Jan Mostaert, San Cristoforo
San Cristoforo
                            XVI Sec.
                         
                         
                            Dipinto
                         
                         
                            Religioso
                         
                 
                         
                            Artista
                            
                         
                
                   Cronologia
                   
                Metà del XVI secolo
                   Materia e tecnica
                   
                Olio e tempera su tavola
                   Misure
                   
                cm 113 x 159
                   Compilatore
                   
              
	
	Alessandro Zuccari