Il dipinto riproduce con estrema precisione il cortile del noto palazzo romano situato su via del Governo Vecchio. L’edificio, ben riconoscibile dal loggiato a pilastri ottagonali, venne edificato sotto il pontificato di Paolo II Barbo (1464-1471) per volontà del cardinale milanese Stefano Nardini, governatore della città di Roma. Divenuto nel corso dei secoli sede stabile dei porporati che ricoprivano questa carica, l’edificio ha dato il nome alla strada su cui si affaccia. La veduta, presa dal portico di ingresso, è arricchita da animati gruppi di figure, di cavalli e carrozze ed intende illustrare una scena di vita quotidiana.
Come tutta la produzione di Miel, il dipinto è fortemente debitore dell’arte di Pieter van Laer, detto il Bamboccio, e dei suoi numerosi seguaci romani, tra i quali si distingueva in particolare Michelangelo Cerquozzi. Il tema della sosta dei cavalli e quello del gioco dei bambini sono tratti dalla pittura di genere, tipica di questi artisti. Il fatto che l’ambientazione della scena non sia immaginaria, ma riproduca un luogo della Roma reale, permette di collocare la tela alla fase matura della pittura dei bamboccianti e di datarla ai pieni anni Cinquanta del XVII secolo.
Jan Miel, Il cortile di Palazzo Nardini a Roma
Il cortile di Palazzo Nardini a Roma
Dipinto
XVII Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
1650 circa
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 143 x 116
Compilatore
Alessandro Zuccari