Emilio Vedova nasce a Venezia nel 1919. È precoce il suo volgersi alla pittura e al disegno: suo primo ‘maestro’ è Tintoretto, e già in questa scelta si svela quella che sarà una costante della sua vita d’artista, votato a costruire spazi vibrati da una forte tensione espressiva. S’approssima, nei primi anni di guerra, al clima milanese di “Corrente”, e assieme ai compagni di allora (Birolli, Guttuso…) matura un radicale antifascismo, che lo condurrà all’azione partigiana sulle montagne del bellunese. Nel dopoguerra, dà la sua adesione prima al “Fronte Nuovo delle Arti”, poi al “Gruppo degli Otto”, dal quale sarà il primo ad allontanarsi, già nel ’53. Inizia da allora un percorso solitario, sempre condotto da un’aspra, definitiva, gridata insofferenza e ribellione per la violenza che, sotto varie bandiere, l’uomo esercita sui propri simili.
Espone già nel ’51 a New York, poi, a partire da metà decennio, largamente in Europa (dove avrà sempre un’attenzione particolare da parte del mondo tedesco e mitteleuropeo), negli Stati Uniti, in America Latina. Partecipa tra l’altro alla prima Documenta di Kassel, e a moltissime edizioni della Biennale veneziana. Nel ’60 inizia – con i Plurimi, complesse articolazioni plastiche in legno, cartone, ferro, sature di una pittura incendiata – quell’avventura fuori dalla parete che segnerà tanta parte del suo futuro lavoro, sempre tuttavia vincolato all’atto del dipingere.
Muore nella città natale nel 2006.
Emilio Vedova
Emilio Vedova (Venezia 1919 - Venezia 2006)
XX Sec.