La tela, attribuita alla mano di Crescenzio Onofri, è databile agli ultimi anni del Seicento. Nel sereno paesaggio, incorniciato da due quinte arboree e animato da piccole figure di personaggi e di animali, lo spazio è scandito in diversi piani. In basso, sulla sponda di un fiume, compaiono un pescatore e due pastori che guidano il gregge. Una breve cascata segna l’inizio di una distesa pianeggiante, caratterizzata da pascoli, da coltivazioni e, sulla sinistra, da un casale. Lo sfondo è definito dalla morbida sagoma dei colli che circondano la campagna romana.
Il paesaggio classico, inaugurato a Roma da Annibale Carracci e dai suoi allievi, ebbe uno straordinario sviluppo nel corso del Sei e Settecento, come illustrano anche le opere di Dughet, di van Bloemen e di altri pittori possedute dalla Banca d’Italia. Il paesaggio “ideale” della prima metà del XVII secolo aveva infatti creato formule compositive che servirono da modello a numerosi artisti italiani e stranieri. Il successo e la diffusione di tale genere pittorico, in parte legato al mercato e al gusto delle committenze private, si debbono a grandi maestri come Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, Claude Lorrain e, non ultimo, a Gaspard Dughet, del quale Onofri fu allievo.
Crescenzio Onofri, Paesaggio con pastori e armenti
Paesaggio con pastori e armenti
Dipinto
XVII Sec.
Paesaggio
Artista
Cronologia
1680 circa
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 95 x 132
Compilatore
Alessandro Zuccari