Bottega del Giambologna, Ercole e Anteo

Ercole e Anteo

Ercole e Anteo

Con le gambe saldamente piantate al suolo, Ercole afferra e solleva in aria Anteo, che agita le braccia e apre la bocca in un grido.
Secondo il mito Anteo, Figlio di Poseidone e di Gea e re della Libia, era un gigante che sfidava chiunque incontrasse sul suo cammino. Ritenuto invincibile, traeva la sua forza sovrumana dal continuo contatto con sua madre, la Terra, che gli trasmetteva sempre nuove energie. Ercole lo sollevò dal terreno e riuscì in tal modo a soffocarlo.
Concepito come pendant dell’Ercole e il leone nemeo, anche questo bronzetto ripropone un tema caro all’arte fiorentina sin dalla celebre interpretazione data da Antonio del Pollaiolo. Questa scultura, riconducibile alla bottega del fiammingo Giambologna, mostra un forte contrasto tra la corporatura massiccia di Ercole e quella più misurata del gigante, ingentilita dalle braccia aperte e dal capo reclinato. Nei volti contratti dal dolore o dallo sforzo è possibile rintracciare un’eco del gruppo del Laocoonte, scoperto a Roma nel 1506 e attentamente studiato dal Giambologna. L’ideazione di questo bronzetto può essere collocata a ridosso di una delle principali opere realizzate dal maestro e dalla sua bottega: le porte bronzee del Duomo di Pisa, eseguite tra il 1596 ed il 1604.

Cronologia

Fine del XVI secolo

Materia e tecnica

Bronzo

Misure

Altezza cm 54

Compilatore

Alessandro Zuccari

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