Il soggetto di questo drammatico dipinto, talvolta interpretato come Caduta di Simon Mago, descrive l’episodio degli Atti degli Apostoli in cui i coniugi Anania e Saffira furono puniti con la morte per aver frodato gli apostoli. Più precisamente dovrebbe corrispondere al momento in cui la donna, dopo aver ripetuto l’inganno del marito, “all’istante cadde ai piedi di Pietro e spirò” (Atti 5, 10). Nella parte destra del quadro, sotto a un imponente ed evocativo gruppo di rovine, è riverso a terra il corpo di Saffira, colto nel suo ultimo rantolo. L’apostolo Pietro, che si distingue dall’aureola e dalla vetusta fisionomia, sorregge un libro e solleva la mano destra come segno di ultimo ammonimento. Tutt’attorno si agitano personaggi sgomenti, mentre due nerboruti facchini si apprestano a portar via il cadavere. La tela è concepita come pendant della Vocazione di Pietro. Di particolare interesse è la scelta di occupare l’intera metà sinistra del dipinto con un frastagliato e luminoso paesaggio marino. Si tratta di una derivazione dalle analoghe opere seicentesche di Salvator Rosa e di Filippo Napoletano che Magnasco aveva potuto ammirare durante il proprio soggiorno fiorentino, quando tra il 1703 ed il 1711 era stato al servizio del granduca Gian Giacomo de’ Medici.
Alessandro Magnasco, Paesaggio costiero con la morte di Anania e Saffira
Paesaggio costiero con la morte di Anania e Saffira
Dipinto
XVIII Sec.
Biblico - Storico - Mitologico
Artista
Cronologia
Quarto decennio del XVIII secolo
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 93 x 131
Compilatore
Alessandro Zuccari