Umberto Mastroianni, Barabba

Barabba

Barabba

“Fin dagli anni Cinquanta - scrive Maurizio Calvesi - Mastroianni alterna, a lucide forme astratte, geometricamente definite come piani che riflettono la luce, zone matericamente informali, scabrose e intrise d'ombra, in una grandiosa evocazione di processi generativi e formativi, di quasi vulcanica irruenza”. Quest'opera è una struttura architettonica che aspira ad un'occupazione totale dello spazio e offre molteplici approcci visivi. L'artista che ha abbandonato, sin dagli anni Quaranta, ogni riferimento alla statuaria, riformula la figura umana che resta il tema centrale e unico riferimento della sua scultura. Barabba, impiantata solidamente a terra apre le braccia in un impeto di fuga verso l'esterno. Metafora della Passione del Cristo, è una figura drammatica risolta in un accumulo di materia grezza che deflagra aprendosi in più direzioni, giocando sul contrasto emotivo d'ombra e di luce. E' una scultura animata di forza centrifuga, che innesca un movimento come se volesse liberare la materia dalla struttura interna. << Mastroianni - scrive Waldemar George - ha inventato il suo antropomorfismo, egli vuole l'Olimpo e Delfi. Ama la densità del volume; le sue forme poliedriche evocano frontoni di templi antichi trasformandone di continuo la sensazione dello sforzo. Il movimento fa parte della sua composizione>>.

Cronologia

Metà anni '60

Materia e tecnica

Bronzo patinato

Misure

cm 105 x 96

Compilatore

Augusta Monferini

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