Alla fine della dinastia Ming o all'inizio della Ch'ing (ovvero a una data successiva al 1368) risale questa bellissima Testa che potrebbe appartenere a una dama di corte o a un personaggio leggendario. Non è escluso che si tratti invece di una divinità buddhista o taoista, come sembrano suggerire l'espressione ieratica, le tipiche orecchie allungate, gli occhi socchiusi di cui si intravedono le pupille fisse nello sguardo della meditazione. Concorrono a formare un volume colmo e omogeneamente teso le gote paffute, le palpebre come gonfie, la fronte arrotondata, la pinguedine che accompagna la discesa del mento, la bocca piccola ma prominente sotto al nitido disegno del naso e delle arcate sopracciliari, l'acconciatura compatta e raccolta dal diadema. La grande abilità tecnica e la ricerca di effetti decorativi sono aspetti che caratterizzano tutta la scultura di epoca Ming.
Essa, come la pittura, è esclusivamente religiosa e presenta caratteri più popolari rispetto alle epoche più antiche, provocata dall'incontro con il buddhismo tibetano che ha luogo soprattutto nel Nord della Cina. La produzione artistica segue le antiche regole monastiche e produce immagini di dei inferiori o di divinità favolose, come demoni o mostri ripresi da leggende locali.
Testa femminile
Testa femminile
Scultura
XVIII Sec.
XVII Sec.
Ritratto
Cronologia
1600 - 1700
Materia e tecnica
Terra cruda dipinta
Misure
cm 28 x 20 x 19
Compilatore
Augusta Monferini