Il Ritrovamento di Mosè è un soggetto sul quale Rosa si è cimentato più volte: la versione dell’Institute of Art di Detroit, nonostante la somiglianza delle figure che raccolgono Mosè, si differenzia dalla nostra per il vasto paesaggio che domina la scena; più vicina per formato e per composizione è la tela di collezione privata americana.
Il fortunoso ritrovamento di Mosè nelle acque del Nilo da parte della figlia del faraone offre all’artista il pretesto per formulare un’efficace rappresentazione in chiave teatrale dei gesti e delle emozioni umane. L’attenzione di Rosa, che fu attore egli stesso, si concentra sull’espressione dei volti e sul linguaggio retorico delle mani delle fanciulle. Il dipinto della Banca d’Italia si colloca nella tarda produzione dell’artista, nel settimo decennio del Seicento, quando il pittore napoletano dedicava particolare interesse ad ampie composizioni di soggetto biblico, filosofico e mitologico.
Il dipinto risulta vicino all’Ulisse e Nausicaa del County Musem di Los Angeles e al Glauco e Scilla del Musée Royaux di Bruxelles, con i quali condivide una visione pittoresca e conturbante della natura. Questa nuova sensibilità, che si direbbe preromantica, venne probabilmente sollecitata anche dalle recenti impressioni di viaggio dell’artista e dalla sua rinnovata passione per la pittura veneziana.
Salvator Rosa, Ritrovamento di Mosè
Ritrovamento di Mosè
Dipinto
XVII Sec.
Biblico - Storico - Mitologico
Artista
Cronologia
Settimo decennio del XVII secolo
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 200,5 x 122
Compilatore
Alessandro Zuccari