Renzo Vespignani (Roma 1924-2001) comincia a disegnare durante l’occupazione tedesca della Capitale, guidato dall’intento di mostrare in modo diretto e crudo la realtà d’un paesaggio urbano di periferia, tra desolazione delle periferie e rovine causate dai bombardamenti aerei.
Se pittori attivi a Roma come Ziveri e Bartolini esercitarono una certa influenza sui suoi esordi, è tuttavia nella direzione dell’espressionismo tedesco, quello berlinese di Grosz e di Dix, che egli si volge ella sua prima maturità.
Al tempo stesso, deve essere rilevata nei suoi disegni degli anni Quaranta, per la dissoluzione delle forme in un magma intenso e cupo, una sorta di anticipazione dell’arte informale che eserciterà la sua più diffusa influenza negli anni Cinquanta.
Dagli anni Sessanta in poi egli contamina lezioni d’Ottocento italiano realista, di decadentismo di fine Ottocento e d’arte pop di ramo inglese in una contaminazione del tutto originale. Di notevole rilievo è la sua attività d’incisore e di litografo.
Attivo come intellettuale sul piano politico e su quello dell’organizzazione culturale, in rapporto dialogico con Pasolini e altri intellettuali italiani della sua generazione, Vespignani fu anche scenografo, collaboratore di registi come Elio Petri, illustratore di testi letterari.
Renzo Vespignani
Renzo Vespignani (Roma 1924 - Roma 2001)
XX Sec.