La forma compatta e perentoria si impone nel grande formato e mostra l'autorevolezza e la sacralità di un totem o di una stele antica. E' una grande scultura bifrontale in cui l'elemento cromatico della materia si sposa al gioco delle forme che si dipanano in nastri allungati. Il ritmo che anima la superficie è come un flusso di acqua che sale e scende lungo percorsi accidentati. L'intaglio distribuisce le forme in più piani sovrapposti, mentre l'ombra che le incide e le ritaglia ci offre la dimensione dello spessore della lastra. Lo schema è un archetipo che l'artista ripete in vari formati, in diverse materie e in molte varianti.
“All'inizio – dice Consagra in un'intervista del 1973 – ho fatto le sculture totemiche che poi piano piano diventano frontali. Io cerco di liberare la scultura dalla costrizione fisica frontale allargando il concetto della frontalità alle altre espressioni. (…) La frontalità – aggiunge ancora - è come un vetro su cui tutti gli avvenimenti arrivano e si attaccano. Tutti gli arrivi si definiscono allo stesso modo. Tutti i fenomeni risultano pari”. Con la consueta chiarezza Umberto Eco osserva che << l'opera di Consagra gli si offre come una sfida perché la poetica della frontalità pare voler imporre con violenza l'unico momento preferenziale possibile e, in certi casi, addirittura eliminare lo spazio intorno all'opera>>.
Pietro Consagra, Verde alga
Verde alga
Scultura
XX Sec.
Astratto
Artista
Cronologia
1976
Materia e tecnica
Marmo verde
Misure
cm 145 x 93 x 13
Compilatore
Augusta Monferini