Il dipinto illustra la parte iniziale del mito di Adone. Sua madre Mirra, figlia del re di Cipro, era stata trasformata nella pianta che ne porta il nome e dal suo tronco sarebbe nato il bellissimo giovane. Più nota è la tragica conclusione della vicenda di Adone, con la morte procuratagli da un cinghiale. Nella parte superiore del quadro due putti partecipano alla scena, mentre più sotto il bambino è accudito da due donne con gli abiti mossi dal vento. Si tratta probabilmente di Persefone e Afrodite, alle quali era stato affidato il piccolo Adone, che ben presto cominciarono a contenderselo. L’episodio mitologico è inserito in un vasto e movimentato paesaggio, eseguito con tocchi rapidi e vibranti.
La piccola tela è attribuita alla cerchia del bolognese Giuseppe Maria Crespi, personalità creativa e vigorosa, nota soprattutto per i suoi quadri di soggetto profano eseguiti con un felice cromatismo di ascendenza veneta. Il dipinto mostra un forte influsso dei paesaggisti padani del XVII secolo, in particolare del ferrarese Ippolito Scarsella, detto lo Scarsellino. Esso è databile ai primi decenni del Settecento e risulta particolarmente vicino a opere di analogo soggetto realizzate dagli emiliani Francesco Albani, Lorenzo Pasinelli e Gian Gioseffo del Sole.
Bottega di Giuseppe Maria Crespi, L’infanzia di Adone
L’infanzia di Adone
Dipinto
XVIII Sec.
Biblico - Storico - Mitologico
Cronologia
1740 circa
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 44 x 52
Compilatore
Alessandro Zuccari