Il bronzetto raffigura Ercole nel massimo dello sforzo fisico, coi muscoli tesi, la gamba sinistra piegata sul dorso del leone e le mani nell’atto di cingerne le fauci. Oppresso dalla forza sovrumana del mitico eroe, la belva inarca il corpo sollevando le zampe anteriori.
Il mito narra che le campagne di Nemea erano infestate da un terribile leone, figlio di Otro ed Echidna, invincibile e dalla pelle invulnerabile. Come prima delle sue dodici fatiche Ercole ebbe il compito di dare la caccia a questa bestia e, dopo una lunga e sanguinosa lotta, riuscì a prenderla per il collo e a strangolarla. Zeus, in segno di riconoscenza, pose l’animale tra i segni dello zodiaco, creando la costellazione del leone.
Questa tematica, già presente nell’arte fiorentina del Quattrocento, venne ripresa da Giambologna e dalla sua bottega in numerosi bronzetti realizzati tra la seconda metà del XVI secolo e l’inizio del XVII. Affascinato dall’arte di Michelangelo, l’autore di quest’opera, rappresenta un Ercole dalla muscolatura gonfia, ravvivando anche l’interpretazione neoplatonica del mito: la ragione umana che si impone con vigore sulla ferocia del mondo animale. La figura del leone rinvia, per la sua posa, ad una delle più celebri sculture etrusche allora note, la chimera bronzea scoperta ad Arezzo nel 1553.
Bottega del Giambologna, Ercole e il leone nemeo
Ercole e il leone nemeo
Scultura
XVII Sec.
XVI Sec.
Biblico - Storico - Mitologico
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Cronologia
Fine del XVI o inizio del XVII secolo
Materia e tecnica
Bronzo
Misure
Altezza cm 67
Compilatore
Alessandro Zuccari