Cento figure vagano e si rincorrono, come intrecciassero una danza, sulla superficie monocroma: nessuna ombra le tocca, e così, senza un chiaroscuro che ne suggerisca peso e volume, esse giocano quasi a saturare lo spazio con il loro incontenuto tripudio cromatico, ove squillano i bianchi, i verdi, gli azzurri.
Sanfilippo ha lasciato poco innanzi il suo modo di costruire nel rettangolo della tela una grande ‘figura’ – una nuvola, o una galassia – che, alimentata da un pulviscolo di segni minutissimi, solcava come una monade interrogante lo spazio della composizione. E cerca adesso – a metà del settimo decennio – quello che chiamerà, riassumendo i tempi della sua operosità, “l’ingrandimento del segno”. Attinge per suo tramite una dimensione gioiosa della pittura, venata di levità, d’incanto e d’ironia, e molto lontana da quel senso aspramente costruttivo che appartiene negli stessi anni al segno di Capogrossi e, almeno in parte, a quello di Carla Accardi.
Questo dipinto fu esposto per la prima volta a Venezia, nella vasta personale che la XXXIII Biennale gli dedicò, e che segnò un vertice del riconoscimento internazionale della sua pittura.
Antonio Sanfilippo, Blu verde azzurro
Blu verde azzurro
Painting
20th century AD
Abstract
Artist
Date
1965
Material and technique
Tempera on canvas
Measurements
146 x 198 cm
Compiler
Fabrizio D'Amico