Il tanka è un arredo usato dai monaci per la predicazione itinerante.
Ben conservato soprattutto nelle tonalità del colore vivo e squillante. Una cornice di broccato scuro intessuto con fili d'oro che mimano le nuvole ha valore di saluto augurale di “lunga vita”.
Il tanka raffigura il Vajrabhairava entro un alone di lingue di fuoco scosse dal vento della furia divina. E' il dio protettore della setta buddhista tibetana Gelug, attorniato da dieci figure minori racchiuse anch'esse entro mandorle di fiamme. Qui è di scena l'ira terribile del dio che gli trasfigura il volto in una maschera minacciosa: il naso rosso e le grandi orbite bianche dei tre occhi spiccano sul blu cupo del volto. Sopra al suo capo
due volti più grandi, l'uno di color arancio e l'altro di un rosso vivido, sono intervallati da altri più piccoli. Il dio alza le braccia che si spalancano come due grandi ali blu sprigionando le lingue di fuoco. Le gambe divaricate del dio sono ripetute e si sovrappongono l'una all'altra.
Il dio chiamato anche Yamantaka è la versione irata del Buddha Amita o Bodhisattva Manjuri noto anche come il Buddha della saggezza.
La varietà dei colori esageratamente accesi e la violenza dei loro contrasti si accordano ai gesti esagitati del dio e delle altre figure ed esprimono il carattere di una cultura religiosa popolare contaminata da fiabe e leggende come è in realtà il buddhismo tibetano sotto la dinastia Quing (dopo il 1644).
Vajrabhairava
Vajrabhairava
Dipinto
XVI Sec.
Biblico - Storico - Mitologico
Cronologia
XVI sec.
Materia e tecnica
Miniatura su seta
Misure
cm 98 x 58
Compilatore
Augusta Monferini