Gli animali sono i veri protagonisti delle opere di Philipp Peter Roos, anche perché sono spesso rappresentati con modalità vicine a quelle della ritrattistica. La parte superiore del dipinto è occupata da un cielo crepuscolare e da un rilievo montuoso, il cui colore si confonde con quello delle nubi. Il primo piano, impostato su forti contrasti chiaroscurali, ospita un gruppo di capre, un cane e un pastore che si volge allo spettatore.
Il dipinto, come il suo pendant, rivela contatti con la pittura del genovese Giovanni Battista Castiglione, detto il Grechetto, e con quella dei cosiddetti bamboccianti, facendo supporre una datazione intorno agli anni ottanta del Seicento.
Il ruolo non marginale rivestito da Rosa da Tivoli negli sviluppi del paesaggio romano è determinato dall’elaborazione di un genere che offre un’interpretazione assai personale del tema pastorale. La raffigurazione degli armenti, specialmente di capre e pecore, ma anche di mucche e cavalli, acquista infatti un particolare rilievo a scapito non solo degli elementi di paesaggio, ma anche della figura umana. Anche quando un pastore compare accanto al gregge, come in questo dipinto, la sua figura non si impone per lasciare la scena alla componente animale, descritta nel suo ambiente naturale.
Philipp Peter Roos, detto Rosa da Tivoli , Pastore con animali
Pastore con animali
Dipinto
XVII Sec.
Figurativo
Artista
Cronologia
1680 circa
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 98 x 73
Compilatore
Alessandro Zuccari