Sulla sinistra della tela un santo vescovo, probabilmente Ambrogio, è assorto nella lettura di un grosso volume; sul lato opposto, l’anziano Gerolamo sta scrivendo, avvolto solo in parte dal consueto mantello cardinalizio. Dall’ombra emergono, in secondo piano, la probabile figura di Agostino, dall’atteggiamento meditativo, e quella di Gregorio Magno, riconoscibile dal triregno e dal piviale. La tela, proveniente dalla collezione Gualino, è una notevole prova giovanile di Vignon, molto vicina alle opere realizzate a Roma da Ribera tra il 1612 e il 1616.
Nell’elaborare uno stile personale, il pittore francese apprese il metodo messo a punto da Bartolomeo Manfredi, uno dei più stretti seguaci del Caravaggio, ritraendo con vivido realismo personaggi a grandezza naturale che affiorano da un fondale scuro grazie alla sapiente regia della luce. La pennellata veloce e filamentosa proviene da un altro grande caravaggesco come Orazio Borgianni. Il tavolo al centro del dipinto è l’elemento che unifica, da un punto di vista spaziale, le quattro pensose figure dallo sguardo rivolto verso opposte direzioni. Il quadro è particolarmente importante per essere la prima opera nota di Vignon e uno dei rari dipinti dell’artista che si conservano a Roma: l’altro, dal medesimo soggetto, è custodito presso la Casa generalizia della Compagnia di Gesù.
Claude Vignon, I quattro Padri della Chiesa latina
I quattro Padri della Chiesa latina
Dipinto
XVII Sec.
Religioso
Artista
Cronologia
1616 circa
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 113 x 146
Compilatore
Alessandro Zuccari