Il dipinto si riferisce a un singolare episodio della vita di san Girolamo: secondo la tradizione, l’anziano dottore della Chiesa avrebbe ricevuto da un angelo l’annuncio della sua prossima morte. Diversamente dal Guercino e di altri artisti che raffigurarono tale soggetto, Zanchi non mostra il messaggero divino, ma solo la sua tromba, che spunta in alto. A imprimere un tono drammatico alla scena è il bagliore che si riflette sul corpo seminudo del santo e sul mantello purpureo, allusivo alla dignità cardinalizia che, in realtà, non gli fu ma conferita. La luce, derivata dalla lezione caravaggesca, sfiora appena gli altri attributi di Girolamo: il teschio delle sue meditazioni sulla morte e il grosso volume che ne ricorda la monumentale opera di traduzione della Bibbia in lingua latina.
L’abilità nel trattamento dell’incarnato e l’efficace resa del chiaroscuro, come nell’ombra del braccio, forniscono un significativo esempio dello stile “tenebroso” e patetico di Zanchi. La consuetudine a far ricorso a veementi contrasti chiaroscurali e a colori di intonazione melanconica fu alla base della notevole fortuna dell’artista presso i suoi contemporanei. Non a caso tutte le principali “scuole” e congregazioni religiose veneziane si rivolsero a lui per l’esecuzione di pale d’altare e vasti teleri.
Antonio Zanchi, San Girolamo
San Girolamo
Dipinto
XVII Sec.
Religioso
Artista
Cronologia
Ultima decade del XVII secolo
Materia e tecnica
Olio su tela
Misure
cm 148 x 176,5
Compilatore
Alessandro Zuccari